Abbiamo già visto come lo Smart Working si stia configurando come alternativa alla vita di ufficio a cui eravamo finora abituati. 

 

Se da una parte i vantaggi in termini di tempo, stress e inquinamento sono tangibili, dall’altra si aprono tutta una serie di interrogativi. Dalla vivibilità dei centri storici alla sopravvivenza degli stessi esercenti, dalla sostenibilità sul lungo termine e relativa produttività per le aziende al senso di appartenenza o potenziale disaffezione dei dipendenti.  

 

La verità è che le tecnologie ci permettono di avere un mondo e una vita diversa, ma non siamo ancora pronti per gestirle al meglio.  
Lo stesso Smart Working rischia di trasformarsi in un passo falso se i paradigmi fondanti non si evolvono in un nuovo modo di intendere la collaborazione e la giornata lavorativa, e non in uno strumento di controllo anacronistico. 

 

La stessa azienda può essere riprogettata in ottica digitale con i processi e le comunicazioni mediate attraverso il cloud, gli archivi e le informazioni organizzate in nuovi spazi, sempre aggiornati e sempre disponibili: è su questi nuovi paradigmi che subentra il discorso sicurezza, ovvero i sistemi, i processi, le tecnologie, i controlli e le policy che servono a proteggere dati e infrastrutture.  

 

La questione della sicurezza delle informazioni è cruciale per le organizzazioni e una compromissione può creare svariati problemi, ivi inclusi alcuni di carattere economico e di credibilità dell’azienda stessa. È per questo che esistono una serie di strumenti e best practices utili per gestire la rete, tenere al sicuro i dati e garantire un ambiente sicuro ai collaboratori: 

 

  • Identity and Access Management (IAM); questo tipo di procedura aiuterà a controllare chi e cosa ha accesso, e cosa si può fare con i dati. 
  • Attenzione alle infrastrutture fisiche: utile per prevenire accessi diretti a server, data center o dispositivi della rete aziendale. 
  • Gli strumenti di Cyber Threat Intelligence e IDS forniscono un contesto essenziale per attività insolite, affinché il personale della sicurezza possa agire rapidamente per proteggere persone e risorse. Gli strumenti IPS si occupano di rallentare un possibile attacco e avvisare l’utente in tempi rapidi. 
  • La crittografia si occupa di codificare le informazioni in modo che i dati siano quasi impossibili da decifrare senza una specifica chiave di decodifica. 
  • I test di vulnerabilità e di penetrazione simulano un attacco all’infrastruttura al fine di trovare eventuali falle o criticità del sistema e intervenire tempestivamente ed efficacemente per scongiurare futuri problemi. 
  • Sicurezza dei device e monitoraggio costante del loro “stato di salute”. Questa è ovviamente una forma di protezione a cui l’azienda dovrebbe provvedere e che è alla base della gestione dei dispositivi. Fare sempre gli aggiornamenti richiesti, non installare app da fonti sconosciute, mantenere attivo l’antivirus e/o il firewall, fare scansioni periodiche del dispositivo sono i primi passi che un’organizzazione deve intraprendere per tenere al sicuro i propri dati. 

 

 

 

Ma come poter tener traccia di tutte queste minacce in termini di sicurezza? 

 

Microsoft 365, ad esempio, può essere una delle soluzioni più efficaci, soprattutto per la grande versatilità e l’efficienza dei prodotti in termini di utilizzo, sicurezza e affidabilità. 

 

La piattaforma 365 offre una serie di strumenti per gestire i device aziendali, dispositivi mobili compresi, per tutto ciò che riguarda la posta e i contenuti. Questo sistema, ci protegge da eventuali attacchi informatici o furti e ci consente di accertare l’identità dell’utente collegato, requisito fondamentale per gestire al meglio la sicurezza degli strumenti e della rete aziendale. 

 

Se anche tu vuoi apportare dei miglioramenti nella tua azienda e scoprire tutte le opportunità derivanti dagli applicativi Microsoft, chiamaci per una consulenza preliminare sulle tue esigenze di sicurezza nei processi aziendali. 

 

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